(Sandor Ferenczi, 1921)
In questi momenti di dramma planetario il pensiero di un grande psicoanalista può aiutarci a riflettere sul difficile percorso di “essere genitori di noi stessi” e quindi dei propri figli, sicuramente i più indifesi. Nell’emergenza Coronavirus i genitori si trovano ad arginare non solo le paure dei figli ma anche le proprie. Affiorano nuove forme di angoscia e di aggressività e la paura quando non trova risposte o spazi di contenimento o tasselli per costruire progetti futuri attiva forme di adattamento ancestrali e creatività salvifiche. Il tempo della convivenza familiare e civile pare sospeso ed abitato da una monotona imprevedibilità. In questo “non luogo” ascoltare i bambini presuppone innanzitutto il fatto di ascoltare e tollerare con pazienza quella parte fragile e naturale che ci accomuna tutti, ora invasa da un nuovo imponderabile trauma che per un po’ ci tormenterà ripetendosi nell’inconscio.
